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la storia di Cicli Camonda Nel lontano 2002, c'erano una volta (e ci sono ancora oggi) Carlo e Loris giovani abitanti della mitica contrada Camonda. Nell'anno 2002 Carlo faceva la Terza Superiore la Liceo Scientifico "Gian Giorgio Trissino" di Valdagno e Loris la Seconda Superiore all'Istituto Tecnico Industrale "Vittorio Emanuele Marzotto" sempre di Valdagno. Stufi di andare a prendere l'autobus in moto che (almeno il Loris) li lasciava a piedi, decisero un pomeriggio di scendere la mattina seguente in bici fino a Valdagno, distante 14 km. La discesa durò poco più di 20 minuti, la risalita con zaino sotto il sole mezzora fino ai Bonomini e quasi un ora fino a casa alla Camonda... Non soddisfatti della prestazione ritentarono l'impresa ben altre tre volte lo stesso anno migliorando sempre di più: la seconda volta un'ora e un quarto, la terza un po' meno di un ora (il record) e la quarta un ora e dieci complice un sole che spaccava i sassi. Di quelle salite ricordiamo con particolare intensità le soste a casa di Stefano Branco per riempire le borracce... a quell'ora era a pranzo... e non vi dico che voglia di mangiargli tutto il piatto di tortellini alla panna... A fine anno Scolastico fecero il giro che li fece entrare nella "Leggenda" (!?). Con Enrico Pozza, un amico, partirono dalla Camonda e andarono a trovare la cugina del Loris, Marisa, che stava a Merendaore. Dopo essersi rimpinzati (tanto) come voleva la zia del Loris, Genoveffa, ripartirono alla volta di casa. Lasciato Enrico Pozza, che reggeva il ritmo dei due solo in discesa, a casa sua, risalirono verso la Chiesa di Rovegliana lungo la strada della Fonte Franco. Appena iniziata la salita vennero superati da un anonimo ciclista che andava sparato senza voltarsi indietro. Subito Loris lo inseguì per oltre tre rampe... con Carlo dietro che lo malediva cercando stargli a ruota. Poco prima della Contrada Angrimani Carlo e Loris e sorpassarono il ciclista sconosciuto e si lanciarono nelle brevi discese che ci sono dopo la Contrada. Ma vennero ripresi ancora una volta in discesa. Così prima Carlo e poi Loris trovarono la forza di reagire e di arrivare primo e secondo a Rovegliana. Dove fecero una sosta di tre quarti d'ora stravaccati su una panchina. Dalla Fonte Franco a Rovegliana impiegarono circa 7 minuti. Solo qualche giorno dopo scoprirono che lo strano pedalatore era un ciclista semiprofessionista. Così giro dopo giro arrivò l'estate e Carlo fece preparare segretamente le mitiche magliette gialle (colore ufficiale di CicliCamonda) dalla sua zia Grazia. E senza dire niente al Loris, andarono insieme con una scusa fino a Venezia dove li aspettava la zia con le magliette! Loris rimase incredulo alla vista delle magliette (ma anche Carlo) e dopo aver fatto le foto storiche dei due insieme ripartirono alla volta della Camonda pieni di lana per la Nonna (del Loris) Rita. Il viaggio in Treno... in InterCity... gratis perchè la Rosa aveva dei biglietti omaggio... fu bellissimo avevamo occupato sei posti e chiuso le tapparelle, tanto non c'era gente e eravamo stravaccati usando tre sedili a testa! Con l'arrivo delle magliette i due ripresero la loro attività ciclistica che culminò quell'estate con la salita fino a Campogrosso in settembre, una fatica arrivare alla Guardia e poi su' per quei tornanti che non finivano più e con il rischio di essere raggiunti dai passanti a piedi nel momento di maggiore stanchezza... nei due minuti fermi in curva... Poi ricomincia la scuola e Loris va a Thiene e non si può più scendere a Valdagno insieme... che tristezza... Per fortuna ritorna l'estate e i due ricominciano i giri... una mattina alle sei e mezza sono già in piedi e in partenza per Valli e poi Schio per fare il passo Zovo prima del grande caldo... (non funzionò perchè alle otto era già un caldo boia!). Dopo una breve sosta di qualche ora per fare asciugare le magliette sul catrello della comunità montana (con qualche ciclista che quasi si rabalta per leggere cosa c'è scritto...!), si riparte alla volta della Camonda! |
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